Pagina aggiornata il 7 dicembre 2010
 
  
sifaserastelle rot
                
 
 
  
 
CRONOLOGIA 
 
2004 
23 giugno 
5 luglio 
29 settembre 
15 ottobre 
 
2005 
2 gennaio 
15 aprile 
 
2006 
2 gennaio 
3 marzo 
5 giugno 
3 novembre 
 
2007 
3novembre 
 
2008 
3 novembre 
 
2009 
20 gennaio 
27 gennaio 
6 aprile 
2 giugno 
14 giugno 
3 novembre 
13 dicembre 
25 dicembre 
 
2010 
31 gennaio 
04 febbraio 
12 febbraio 
20 febbraio 
21 marzo 
12 giugno 
20 giugno 
25 ottobre 
03 novembre 
17 novembre 
07 dicembre 
 
 
 
  
 
  
 
     
 
  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Noi Italiani amiamo talmente i nostri governanti da assicurare loro: 
"Voi pensate a fare le leggi. A non osservarle, siatene certi, ci pensiamo noi:" 
E i governanti? Beh, pensano sopra ogni cosa a litigare per i redditizi... cadreghini. Quanto alle leggi, dormono. Si svegliano solamente con gli scossoni degli avvocati, quando uno malauguratamente va a scontrarsi con qualcuna di esse.
 
23 giugno 2004 
Più che mai pare che si scrivano e stampino libri non tanto per comunicare idee, quanto per procurare guadagni più o meno lauti agli autori e lavoro a editori e a tutta la pletora di persone che si danno da fare per riempire scaffali, nei negozi e nelle case. Oh, quante foreste si salverebbero e quanta babele si risparmierebbe se si scrivessero meno libri ! 
Allora? Abbasso la carta stampata! Se proprio assale la fregola di dire la propria..., si usi il supporto magnetico, insomma il Web. Ce n'è per tutti... 
 
5 luglio 2004 
Mi sono presa la briga di contare cento auto parcheggiate su una strada. Tra queste, ho contato solo trenta auto di produzione italiana. Non me ne vogliano quelli della Statistica. Per avere un campione più attendibile, ho contato ancora cento e poi ancora cento. Più o meno il risultato è stato sempre lo stesso: settanta auto d'italiani sono straniere. Le fabbriche italiane invece accumulano il loro prodotto sui piazzali adiacenti. A un certo punto non ne possono più. Con tutte le conseguenze immaginabili. Ma gl'Italiani amano il loro paese, coè sé stessi ? 
Che domanda. Avete osservato di che marca sono le auto blu, che entrano ed escono dai Ministeri ? 
Vuoi mettere una BMW con un'ALFA? Queste diamole alla Polizia. 
 
29 settembre 2004 
Ormai la beneficenza mi sembra diventata un'industria, un'intrapresa, un'istituzione: locali, mezzi di trasporto, ecc.soprattutto uomini. Al punto tale che l'organizzazione (in particolare gli uomini) si mangi quasi tutto il ricavato. Insomma si ha la sensazione che la beneficenza sia un affare, un grosso affare. O no? 
 
15 ottobre 2004 
Cercare il paradiso in terra ( se c'è la gioventù, se c'è la salute, se ci sono i soldi) è molto piacevole e appagante. Ma non dura. E allora che paradiso è? 
 
2 gennaio 2005 
A proposito di paradiso, chissà perché le festività natalizie (quasi sempre queste) sono funestate da sciagure collettive. La catastrofe da maremoto del dicembre 2004 passerà negli Annali. Al momento di scrivere i morti accertati superano i centoventicinquemila. Altro che ecatombe (che in greco significa appena 100...) Moltissimi di questi erano andati alle Maldive e isole vicine a cercare (doviziosamente pagato) il paradiso. (Preghiamo Dio che l'abbiano meritato davvero...) 
Dobbiamo ritenere che una sciagura simile possa insegnare agli uomini "qualcosa" ? Manco per sogno. Dopo una settimana, mentre ancora si trasmettevano immagini devastanti, gruppi di "esploratori di paradisi", ben forniti di equipaggiamenti e di portafogli si sono accinti a salire sull'aereo per le Maldive...BUON VIAGGIO ! 
 
15 aprile 2005 
Sentire che Dio ci sovrasta e permea tutti gli attimi delle nostre giornate, ma non poterlo materializzare, costituisce il nostro tormento, che ci spinge a dare un senso alla nostra vita, con l' unica creazione che ci è consentita: quella degl'idoli. Gl' idoli fabbricati da noi sono infiniti: infiniti nel tempo passato, infiniti nel tempo presente, Infiniti nelle forme del pensiero, infiniti nelle forme rappresentative, infiniti nelle forme comportamentali.   
Insomma, per dire, un bell'attico con vista è molto più appetibile di Dio. 
 
2 gennaio 2006 
L'Uomo commette sempre lo stesso errore: costruisce chiese e cattedrali, credendo che Dio abbia bisogno di chiese e cattedrali, mentre Dio vuole che ogni uomo gli costruisca un altare nel proprio cuore.  
Le chiese e le cattedrali col tempo acquistano il solo significato che è a loro consentito: diventano monumenti per la celebrazione non di Dio, ma dell'Uomo stesso, cioè idoli. Con l'alibi dell'Arte. 
 
3 marzo 2006 
Qualcuno ha detto: “ Che miracolo, se milioni di persone credono ancora ! “ 
 
5 giugno 2006 
Avvertire  al massimo grado la propria coscienza, significa toccare i limiti  della capacità di conoscere, con l’eventualità di infrangere il muro oltre il quale balena l’intuizione del Mistero. Qui è l’estasi. E se il cervello non è allenato, accorrono gl’infermieri del manicomio. 
 
3 novembre 2006 
Compio 82 anni. Un esame? Ma nemmeno per sogno! Però una domanda mi gira per la testa: cosa ho capito di questo mondo? Voglio dire: oltre ciò che ho appreso dai libri?  Già, i libri. Ognuno dice qualcosa. Quando la dice. E quando la dice è un'opinione. Non certezza. Nel migliore dei casi è un principio di certezza. Come affermò quel filosofo che con un artificio mentale stabilì che dubitando di ogni cosa poteva affermare perlomeno di essere certo della propria esistenza. E mica furono tutti d'accordo con lui! La scienza lasciamola da parte. I suoi risultati non si discutono. Ma la scienza m'interessa poco. Io mi domando se ho capito cos'è la Vita. Un'affacciata di finestra. Come diceva mio nonno e mio padre dall'alto della loro nescienza. Devo liquidare anch'io con questa battuta la domanda che si ostina a caracollare come un puledro? No. Ma, a parte il due più due fanno quattro, e lasciando alla filosofia il sapere di non sapere (che rimane sempre solamente un principio, un inizio di certezza), fino a questo momento ho capito che la Fede (al di là della Scienza) è l'unica fonte possibile di comprensione del senso della Vita.  
 
3 novembre 2007 
Mio compleanno 83. Sembrano monotone queste ricorrenze. Eppure... Lasciamo perdere. Motus in fine velocior. E' come dire che si fa più presto a scendere le scale che a salirle. Nel caso dei compleanni la Fisica c'entra quasi nulla. Qui si tratta più che di Fisica di ...Psichica. A ogni compleanno scatta un campanello . Un trillo salutare che ricorda il numero della stazione di un arrivo. Poi, dopo lo spumante, via verso la prossima. Ma spprattutto il trillo ridesta un'eco nei recessi dell'essere un vivente: chi sono? dove mi trovo? E finiamola qui. 
Come va il mondo intorno? I prezzi di tutto continuano a salire. La pensione rimane la stessa. Anzi l'Amministratore di turno, deciso a mettere in ordine i conti, ha colpito tutti allo stesso modo, togliendo qualche centinaio di euro ai pensionati e agli stipendi e qualche migliao di euro ai tanti, ma proprio tanti, che incassano cifre dell'ordine di milioni (di euro). L'Amministratore dice che questa è giustizia. Davvero? Giustizia distributiva? Accidenti. Se questo è un governo di sinistra, figuriamoci cosa farà il prossimo (sì, prossimo, a giudicare dall'aria che tira) governo di destra. 
 
3 novembre 2008 
Compio l' 84esimo giro intorno al sole sul treno dove ci sono milioni e milioni di esseri umani e altri milioni e milioni di esseri che si muovono e vegetano. 
Una folla sterminata. Dove imperano  le competizioni e i conflitti.  Dove ogni orologio segna la sua ora, diversa da quella degli altri. 
Cose dette e ridette e si continua a ridirle, perché tutti vorrebbero l'armonia e la pace. Tutti ne parlano, alcuni di più. Se ne parla in radio, in TV e nei libri. Tanti, tantissimi libri, che tra l'altro producono tantissimi soldi, tirati via dalle tasche di coloro che sperano di trovarvi motivi d'incoraggiamento e di speranza, ma spesso vi trovano accuse, sberleffi, sfuriate e pronostici di cattivo augurio.  E restano delusi o infiammati di rancore.  I libri che propongono l'abolizione del vecchio, suggerendo bizzarre idee nuove o che sembrano nuove, moltiplicano le edizioni e molti restano confusi e finiscono col perdere anche quelle poche idee in cui avevano riposto segretamente le loro aspettative. 
Di tanto in tanto il treno si ferma per far scendere quelli che sono giunti alla loro destinazione e far salire i nuovi arrivati, belli freschi freschi, magari richiamati dalle cosiddette procreazioni assistite nel vetro. 
Io mi domando come fa questa palla o pera che dir si voglia a continuare a girare senza sosta. Mentre molti (o tutti? Bè. Quasi tutti) sono nauseati e disgustati. Alcuni scoraggiati e inorriditi vorrebbero scendere...  Ma s'illudono: si scende dal treno solamente quando è giunta la propria stazione.     Insomma qiesto treno mi pare quello del film Cassandra Crossing. Con la variante che nessuno si salva, mentre nel film si salvano quelli di prima classe. Il treno sul quale viaggiamo è a classe unica. 
 
20 gennaio 2009 
Pigro o incostante o come non saprei, non riesco a "bloggare" con assiduità ciò che mi passa per la testa.( Eppure ogni mattina, sulla sponda del caffè (?), espongo a mia moglie le considerazioni su ciò che ci succede intorno). Ma l'avvenimento di oggi è di quelli che si definiscono epocali: un presidente "abbronzato" ( come ha detto  il nostro mattacchione capo del governo), ha salito la scalinata della cupoluta dimora del presidente degli Americani. Mi riparo dietro il velo di una inopportuna ironia per nascondere la mia sorpresa e le mie perplessità. 
Ma veramente il mondo degli uomini si cambierà da così a così? Sono in molti a dirlo (quanto al pensarlo, non si sa). I giornalisti, che costruiscono castelli su montagne di parole, ne sono sicuri. Gli economisti lo sperano, ma cautamente. I filosofi hanno poco da dire: essi conoscono bene di che pasta sono fatti gli umani. I politici... Bèh, questi lasciamoli perdere... Rivolgiamo invece il nostro pensiero a quegli americani che una volta erano negri, poi sono diventati neri  e ora...abbronzati.  Il loro tripudio è inenarrabile. E si capisce, se si vuol ricordare la loro condizione, ancora oggi, di esseri umani di seconda classe. 
La cerimonia dell'investitura è stata a dir poco consolante. Tra sorrisi e lacrime (di gioia ovviamente). 
Non voglio lasciarmi prendere dall'emozione anch'io. A me questo Obama mi da l'impressione di un agnello in mezzo ai lupi. L'odio razziale è stato cancellato oggi? Il KKK dai bianchi cappucci si è trasformato in una confraternita di misericordia? 
Voglio terminare con questo pensiero: Signore, aiuta e proteggi quest'uomo. Ne ha tanto bisogno. 
 
27 gennaio 2009 
Di chi è la Terra? Che bella domanda. Che presuppone il diritto di proprietà. 
Nella pubblicità di una banca, tra quelle che continuano a proliferare come funghi più o meno... velenosi, il massimo dirigente con un bastone descrive una circonferenza intorno a sé stesso. L' immagine mi sembra giusta per dire cos'è il diritto di proprietà. La figura di quel dirigente può essere presa come simbolo di ogni creatura del Mondo ( o dell'Universo, chi sa?). Ogni Individuo o particella del nostro pianeta ha la tendenza a descrivere una circonferenza intorno a sé. Per dire " ciò che è compreso in questa superficie mi appartiene, è mio." La circonferenza che la delimita è il confine. Se qualcuno l'oltrepassa mi appello alla Legge o... lo ammazzo. Punto. 
E Lampedusa a chi appartiene?  All'Italia, e in particolare ai Lampedusini. Bene. E come la mettiamo con i Neri, che ogni giorno attraversano l'anzidetto confine? Li buttiamo a mare? (Oh, quanti lo pensano!). È una parola! 
Di chi è la Terra? Chi ha conferito a ogni uomo (specialmente ai più prepotenti) il potere di girarsi intorno con un bastone e dire "questo è mio"?  Fu detto "siate fecondi e moltiplicatevi". Amen. Il resto ve lo vedete voi. 
Che pasticcio! E se i Neri buttassero giù la mia porta e s'installassero in una (nel migliore dei casi) delle mie tre stanze di casa? È successo, è successo. Eccome. 
Tutto è precario, tutto è insicuro. Vivete e vedete. Che pasticcio, che pasticcio. 
Non vorrei essere nei panni del ministro agli Interni. Mi bastano i miei. 
 
6 aprile 2009 
Sogno di viaggiare in vagone letto. Come quando... Sì, come quando facevo la spola fra Trieste e Stabia. A un certo punto, sazio di giornali, libri e chiacchiere, mi assopivo cullato dal tu-tù,tu-tù,tu-tù delle ruote sulle giunture dei binari. 
Sogno il rollìo del vagone. Morbido, discreto, con un leggero cigolìo. Ma senza il tu-tù. Ecco. Finalmente il binario senza giunture sconnesse, livellate dalla saldatura. Il treno scivola sull'olio... 
Perdo il sonno e ricomincio a percepire me stesso. Non sono in viaggio. Sono nel mio letto. 
Perché ti agiti Edi? Mi risponde con voce sommessa: è il terremoto. 
Ah! 
Guardo le cifre rosse che bucano il buio: le tre e mezza o quasi. 
Mi sento qualcosa. Penso al Lexotan o qualcosa del genere. Come le altre volte degli anni passati. 
Dove bisogna ripararsi in questi casi: sotto un arco, una trave? Ma il treno si è fermato. Siamo stati lambiti da una scossa. E poi Roma non è zona sismica. Dobbiamo alzarci per correre fuori? Ci alziamo, ma per altre sopravvenute urgenze... E poi tutto tace. Nessun trapestio. Nessuna invocazione a voce alta. Diamo un'occhiata alla strada. Nessuno. Dormono tutti? Forse alcuni . Molti staranno come noi col fiato sospeso. Molti come noi ritornano ad assopirsi. 
Oggi è lunedì. Come ogni mattina sorseggiamo il caffè. Dove è andato a scaricarsi l'onda sismica? Dove sarà stato l'epicentro? 
Ore 7, Rai 1, direttore ...(ma va...), giornale radio: terremoto in Abruzzo, L'Aquila sgretolata. 
Nei giorni precedenti, molti, moltissimi si erano abituati alle scossette. Erano diventate una...barzelletta. 
Domenica 5 aprile, dopo una giornata trascorsa con un buon pranzo e terminata davanti alla TV, cosa poteva esserci di meglio di una buona e lunga dormita? 
Siate preparati perché non conoscete l'ora in cui il ladro verrà. Egli, il ladro, conosce bene il quando, il dove e il come. Ma voi, noi, siamo all'oscuro di ciò che si trama alle vostre, alle nostre spalle... 
Molti, moltissimi non hanno avuto né la ragione né la voglia di vegliare... 
Morti a centinaia. Colti nel sonno. Non c'è stato tempo di ripararsi sotto un architrave. Non c'è stato tempo di scendere in strada. 
C'è stato solo tempo per morire. 
Signore, dove sei Tu quando la terra trema, il mare trabocca, gli uomini si azzannano tra di loro? 
" Figli miei. Creature mie. Sono sulla croce, dove anche voi, convincetevi, dovete salire ogni giorno. Se vi disponete ad avere fede, potete portarvi appresso un unico bagaglio: la speranza di un'altra vita. Senza dolori, senza morte." 
 
 
 
 2 giugno 2009 
 
Sessantanni. Dodici lustri. Tanti ne sono trascorsi dalla parata ai Fori imperiali del 2 giugno 1949. C'ero anch'io. 
Quella mattina noi allievi ufficiali del Genio collegamenti alla Cecchignola, come tutti gli altri allievi ufficiali delle varie specializzazioni, fummo svegliati alle quattro. Dovevamo partecipare alla parata. Non ci dispiacque la levataccia. Anzi eravamo emozionati e allegri. Allegri e baldanzosi. Perché sentivamo di essere qualcosa. Del resto l'atmosfera del Paese trasudava allegria e speranza. Dopo aver toccato il fondo dei giorni neri, il "sol dell'avvenire", di qualunque colore fosse, stava spuntando dietro i colli ...fatali. Ma noi allievi ufficiali avevamo una ragione precisa per essere giubilanti. Da lì a pochi giorni avremmo terminato il corso e conseguito la nomina a sottotenenti. Con una stelletta, con qualche autorità, ma soprattutto con uno stipendio. Se dovessi dire cosa significava per me ciò... ma non è il caso. Torniamo alla parata. 
Bene sbarbati, lustrati e affardellati, ci sistemammo sugli autocarri militari con i tendoni e, percorso il tragitto che coprivamo ogni giorno per la libera uscita, ci ritrovammo con altri partecipanti alla sfilata in un largo spiazzo in prossimità di via dei Fori, senza alberi, senza ombre, in pieno sole. Ed erano appena le sette. Una giornata limpida e splendida. 
In piedi, inquadrati e col fucile Enfield che cominciava a infuocarsi tra le mani. Alle otto eravamo già tutti cotti. 
Il bell'ordine dei plotoni cominciò a dare segni di cedimento. Il "riposo", dopo essersi sbilanciato da una gamba all'altra, divenne un tormento. I sergenti si affannavano prima a incoraggiare, poi a esortare, infine a minacciare per indurre a tenere le posizioni. Ma il sonno perduto, il sole a picco, la sete e la stanchezza, in quelle circostanza forse avrebbe demolito anche la disciplina della Decima Legio di Giulio Cesare. Nessuno strumento fu più consultato degli orologi nell'attesa della sfilata e del proprio turno. Che finalmente, poiché tutto a questo mondo ha una fine come un principio, giunse quasi inaspettato. 
Si va, si va. Prima compagnia, poi seconda, poi l'ultima, l'undicesima, la mia, attenti, fianco destro, avanti marc'. Oh, che delizia poter camminare! Riprendemmo coraggio ed esuberanza. 
Attenti aa sinistr' !  Sul palco tutte le autorità repubblicane nuove di zecca. Il presidente Einaudi, forse De Gasperi, sicuramente il ministro della Difesa Pacciardi. Che mi è rimasto impresso perché al nostro passaggio sprizzava gioia dal volto. Noi eravamo i futuri ufficiali, le speranze della nuova Italia... Ma basta con la retorica! 
Al ritorno trovammo le mense imbandite. Un ricco pranzo ristoratore ci ricompensò delle pene dell'attesa. Ma il vero regalo che il tenente Orlandini ci fece fu una lunga dormita.  Senza sveglia. 
 
 
14 giugno 2009 
 
A mio giudizio, gli psicologi hanno la pretesa di svelare i segreti del mistero Uomo. Ma è una pretesa che li fa sconfinare nella ciarlataneria, sede appropriata di maghi e indovini. Gli psicologi, a somiglianza di questi, sono capaci di spiegare tutti i fenomeni (chiamiamoli così) che turbinano, più impliciti che espliciti, in ogni singolo essere umano.  Freud, uno dei più famosi tra loro, ha pensato di andare a rovistare nella spazzatuta dell’Umanità, ritenendo di poter ripulire e restituire alla salute e alla felicità gli esseri umani, portando alla luce della loro coscienza la spazzatura che essi hanno immagazzinato fin dal momento del concepimento e costringendoli a ruminarla per digerirla e liberarsene. La ricetta sembra buona, ma il risultato non è assicurato. Il mistero Uomo rimane. Forse in saecula saeculorum. 
 
 
 3 novembre 2009  
 
Questa mattina, alle 6, ho compiuto  85 anni. Non c'è tanto da vantarsi come poteva succedere a quelli che compivano questi anni  ottantacinque anni fa, mentre oggi si può arrivare con facilità alla soglia dei cento anni. Qualcosa di simile succede se ci si laurea oggi. Che soddisfazione può provarsi se con una piccola somma si può  avere una laurea come e dove si vuole. Anzi, per mille motivi, la regalano. 
Tutti si è attaccati alla vita. Ma io credo, per molte ragioni che non starò qui a elencare, che vivere a lungo non sia confortevole. Basterebbe una ragione fra tante: l'emarginazione. Vivere è interessante e anche bello se si vive il proprio tempo. Io mi sforzo di prolungare il mio tempo, anche mantenendo questo sito. Ho ripreso a dipingere, illudendomi di provare, nel dipingere, la gioia inenarrabile dei miei anni verdi. Frequento la palestra, soffrendo spartanamente lo "stretching". Ho ripreso a guidare l'auto, dopo che mi ero accorto che i miei riflessi si appannavano. Sono attento alle vicende politiche e sociali del mio paese e del villaggio globale. Tuttavia avverto in certi momenti di vivere una vita fittizia. La consapevolezza della situazione deriva dalla mancanza di quella qualità di natura sociale che oggi si chiama interattività. Ecco l'emarginazione, che non dipende dal venir meno delle possibilità di contatti sociali, ma dal progressivo affievolirsi dell'interesse a comunicare, a interagire con gli altri. La discesa della parabola m' induce a rientrare sempre più in me stesso. Rientrare ho detto, non ripiegare. E' il "rede in teipsum" del filosofo. Il senso di vita fittizia si acuisce quando il pensiero di me si confronta con gli avvenimenti quotidiani della vita che mi si svolge intorno. Tale vita la rifiuto in blocco, ma non ne condanno gli attori. Tutta la vita si costituisce sulle contraddizioni e io ne sono conscio e avvilito. E' una storia che si dipana da millenni. Tutta l'esistenza, di uomini e cose, ambisce la pace e nella pace la felicità, pur essendo consapevole (almeno gli esseri umani, ma non escluso tutto il resto) che pace e felicità non si realizzaranno mai. 
In questa vita fittizia, ritmata dal succedersi delle albe e dei tramonti, il mio intimo sostegno è la Fede in Dio e in Gesù Cristo. La Speranza che poggia su questa Fede, mi ha sostenuto fin dall'adolescenza. Chiuderò questa mia nota con il pensiero che ho espresso poco fa ai miei cari, moglie, figli, generi e nipoti: desidero chiudere la mia vicenda umana col nome del Signore Gesù sulle labbra. 
 
 
13 dicembre 2009 
 
Un pensiero forse blasfemo s'insinua con insistenza nei miei circuiti mentali: valeva la pena creare il mondo in cui viviamo, per farselo poi soffiare da Satana? Perché è scritto che questo signore è il Princiope di questo mondo. Io ne sono convinto. Egli può essere paragonato a un geniale scienziato che, con una lungimiranza stupefacente utilizza tutto ciò che i piccoli scienziati del mondo riescono a inventare. E lo utilizza non per l'edificazione, bensì per lla distruzione di quel poco di buono che c'è nel mondo. Prendiamo la TV. E' da tempo che io la definisco il capolavoro di Satana. Ma tale capolavoro sta per essere sorpassato da un capo d'opera molto più invasivo e distruttivo addirittura della speranza di poter perseguire il Bene, la Pace, l'Onestà, la Concordia. 
Se Dio, il Creatore, non ci mette una pezza, gli abitanti di questa pera roteante, cose, animali e uomini, hanno finito di scannarsi tra loro, con infinita soddisfazione del signor Principe 
Che esagerazione! E infatti, sembra che "è tutto a posto". Un po' di disordine, ma la vita va. Va tutto bene. La follia spendacciona del Natale imperversa. I negozi sono colmi di tante belle cose. Molti, tanti accanto ai caminetti degli alberghi sulla neve, già organizzano le prossime ferie estive. Insomma, a parte alcuni disgraziati, che si dice non arrivino alla fine del mese, tutti spendono, spandono e stanno bene. . Eppure c'è un " fantasma che si aggira nel mondo". Entra in ogni casa, in ogni testa, in ogni coscienza. E' il mal di vivere, che nessun cenone natalizio riesce a scacciare, nessuna vacanza, nessun conto in banca, nessun divertimento. Che pensiero catastrofico! Ho vergogna anche solo a nutrirlo. 
Nel pomeriggio di oggi, un tipo ameno si è divertito a scagliare una statuetta di falso marmo, avvedutamente scelta, raffigurante il duomo di Milano, con tutte le sue punte gotiche, sul volto del Capo del governo italiano. Un attentato. Ma che volete, una ragazzata se non fosse per gli occhi carichi di odio dell'attentatore, che è stato subito definito uin pazzo. 
Tanti ossequi, Principe. 
In nome di Gesù Cristo io ti dico: Vade retro Satana. 
 
 
25 dicembre 2009  
 
E' mezzanotte. In S.Pietro il Papa, nel corteo che procede tra le due siepi di folla, si accinge a celebrare il Natale. Una donna salta lo sbarramento e si scaglia sul Papa, atterrandolo. Afferrano quest'altra tipa amena. Calma, calma. Il Papa viene rimesso in piedi. Ma un vecchio cardinale che ha subito le conseguenze dello spintone papale è a terra col femore malconcio. Calma, calma, non è successo niente. Il Papa celebra e legge l'omelia che gli è stata preparata. Ma nella sua testa, mentre legge, che omelia sta rimuginando? Bravo Principe. Cosa farai ancora per stupirci, per stupirci e lasciarci stupidi come siamo? 
 
 
31 gennaio 2010 
 
Caro Mario, 
Mi chiedi cosa penso di Saramago. Ti confesso che non ne conoscevo l’esistenza. E ora che me lo indichi , sento che per me può continuare a non esistere, anche se dicono che sia ancora vivo. A poco a poco la letteratura e i letterati  si allontanano dall’orizzonte della mia vita. La letteratura è un’astrazione che acquista senso attraverso le ambizioni dei letterati. I letterati, se fossero persone sagge, farebbero bene a non pretendere di essere i mentori dell’Umanità. Senza di loro non ci sarebbero profondi contrasti tra gli uomini, i quali sono come foglie che sussultano a ogni spirar di vento e ad azzuffarsi  a ogni tempesta di scirocco. In spiccioli, penso che i letterati, in fondo,  sono uomini che desiderano il successo, cioè gloria e danaro.  
Comunque tu  chiedi, a me professore , un’opinione su questo letterato. Dalla lettura di Wikipedia, apprendo che è un comunista che fa sberleffi  alla religione cristiana, manipola la Storia a suo talento e sghignazza  su cose che molti ritengono sacre. E con questo? Il premio Nobel? Ma tu conosci i meandri misteriosi di menti che partoriscono alcune decisioni di assegnare un premio? Io non li conosco, ma posso sospettarli. Però,  valutando secondo ciò che io nutro per gli uomini, forse posso giudicare positivamente le motivazioni di fondo del nostro uomo.  Come me, egli  ritiene che gli Uomini sono inaffidabili e mascalzoni con tutti i significati che queste due parole comprendono. Ma ciò che di lui non mi piace è l’aver costruito su queste brutte qualità umane la fortuna della sua letteratura, così come hanno fatto e continuano a fare scrittori del suo stesso stampo. A proposito di religione, anch’io come lui (con le dovute differenze)penso che c’è Dio e il Demonio. Dio crea il mondo, ma il Demonio s’inserisce nel suo governo con le sue scorribande. 
Per il resto nulla da dire. Se lui fa mattanza della Bibbia e mangia i preti a pranzo e a cena, ciò non mi affligge. Ne ho sentite e ne sento tante. Non giudico più con passione i pensieri degli altri su questi argomenti. Come ti dicevo poc’anzi, nell’orizzonte della mia vita tendo a trascurare sempre più i particolari delle vicende quotidiane. Per me Saramago come tanti altri fa parte dei particolari di una realtà, che sotto di essi si nasconde e mormora. 
Sempre con affetto ti saluto. Gennaro  
 
4 febbraio 2010 
 
Caro Professore,  Lei mi consola e rincuora: quando non si è piu' ventenni si ha il pregio di poter dire cio' che si pensa ma sopratutto di pensare senza paure e condizionamenti. Lei con l'età ha migliorato la parte piu' ribelle, anticonformista, rivoluzionaria e giovanile del suo carattere...  
La stimo e Le voglio bene.  
Mario 
 
12 febbraio 2010 
L' inverno che corre, sta correndo sin dall'autunno con acqua, neve e freddo, anche nella nostra, come si dice, privilegiata terra. 
Oggi è nevicato anche qui, a Roma. Nella mia strada non ci sono ragazzini, solo vecchi. E se ce n'è qualcuno, la madre se lo nasconde sotto il cappotto fino alla strada, per non farlo vedere ai vecchi,  che non sopportano tanto i bambini, che sono sempre rumorosi. 
 
Sul mio pianerottolo di quattro appartamenti c'erano tre vedove. 
La buona Marina viveva da sola, ma stava poco in casa. Usciva per il volontariato. Ma un giorno d'estate qualcuno bussò alla sua porta e quando sentì i passi di Marina, disse fra sé: Finalmente!  Perché non riusciva mai a trovarla. 
Ma la povera Marina non arrivò alla porta. A chi aveva bussato importava sapere solamente che c'era. Doveva consegnarle un biglietto. Lo infilò sotto la porta. La trovarono dopo qualche giorno a terra. Il braccio destro proteso avanti, col palmo della mano aperto. Accanto un biglietto di viaggio di sola andata. Sul volto il lieve sorriso di chi ha ricevuto la buona notizia. Perché Marina un posto vicino a Dio se l'é guadagnato. 
 
La vedova Floris ha dato molto filo da torcere alla sua paziente badante polacca. La demenza senile l'ha esclusa dal novero delle persone capaci di bastare a sé stesse. Ciò significa il massimo dell'avvilimento di un essere umano. Ora è stata allocata in uno di quei luoghi dove le speranze dei familiari si spengono e il lumicino della signora Maria diventa ogni giorno più fioco. 
 
Nel terzo appartamento viveva la signora Luisa. Una veneziana che riusciva a tenersi su col suo naturale brio. Viveva sola, Ma s'incontrava con le amiche del giovedì. Ogni tanto veniva a trovarla suo figlio. Il giorno in cui abbe bisogno della badante, lei chiese al figlio di ritornare nella sua Venezia. Ogni tanto sulla cassettiera della posta compare qualche rivista religiosa con allegato un bollettino di conto corrente. Il suo appartamento ora è abitato da una giovane ragazza che incontro di rado, ma con piacere. L'ultima volta che l'ho incontrata ha risposta al mio saluto con un complimento: Mi fa piacere vederla così arzillo. Ci sto pensando ancora. Arzillo. Cioè un vecchio, che conserva ancora un po' di spirito. Ma sul punto di perderlo. Il che non è gratificante, ma fa pensare. E finché si pensa...  Signore, mantieni lontano l'Alzheimer. Io ce la metto tutta. 
 
Così la neve caduta oggi, nella mia strada silenziosa nessun ragazzino l'ha raccolta per il solito, stupido, ma allegro gioco delle palle di neve. 
 
  
20 febbraio 2010 
Ogni tanto esce fuori la questione dell’onestà dei politici e dei loro collegati in affari. Succede quando qualche controllore, scosso da una delle infinite cause, che possono vincere il colpevole torpore di chi invece dovrebbe essere sempre vigile per via dei suoi compiti retribuiti, si precipita a denunciare le malversazioni degli amministratori della cosa pubblica. 
In questi giorni c’è in proposito un gran polverone. Politici e giornalisti, (questi con le loro grancasse) si danno da fare, si sgolano a destra e a sinistra per proporre i rimedi contro la corruzione. C’è bisogno di gente onesta. E’ una parola! E dove la trovi?  Un uomo di chiesa che ha le mani in politica, ebbe a dire che per avere amministratori onesti, questi dovrebbero essere cristani e cattolici. L’uomo di chiesa parlava di un “sogno”. Cioè il suo era solo un sogno. Perché gli uomini onesti si possono solo sognare. Figuriamoci poi i politici! Un mio amico, cristiano, cattolico e credente sul serio, preso anche lui da una forma di raptus giustizialista (come è di moda dire) volendo seguire l’incitamento del suo e di altri vescovi (sognatori o meno) decise di presentarsi alle elezioni del suo Comune. Ottenne una bella quantità di voti, da parte di quelli che riponevano in lui fondate speranze in un comportamento irreprensibile. Fu eletto  e, tenuto conto del numero dei voti popolari, gli fu affidato un assessorato. Di quelli che scottano. E’ probabile che la sua designazione fosse stata favorita dal gruppo dei consiglieri “più navigati” allo scopo ben preciso di toglierselo dai piedi al primo intoppo.  E infatti, dopo sei mesi , la sua onestà lo indusse a irrigidirsi su una concessione di sua competenza, che urtava contro un principio di moralità pubblica. Insomma fu messo alla prova. Fu “sfiduciato” dall’intero consiglio. Insomma  gli fecero capire che “senz’acqua la papera non galleggia”. E il mio amico, cristiano, cattolico e credente sul serio, diede le dimissioni. 
In questi giorni sul teatrino delle TV, dei giornali et cetera, ognuno dice la sua, ma nessuno crede a ciò che dice, perché la cosa che veramente bisognerebbe dire, nessuno ha il coraggio di dirla: la morale , l’onestà dell’essere umano deve avere un punto di riferimento, garante della moralità stessa. Tale riferimento non è rintracciabile da nessuna parte, tanto meno dipende dalle possibilità dell’essere umano stesso. Nemo dat quod non habet, nessuno dà ciò che non ha, si è detto da secoli, da millenni, da sempre. Ogni essere umano ha sì dentro di sé la legge morale, cioè la coscienza, ma questa è allo stato inattivo, come si dice con linguaggio informatico: essa deve essere attivata. E’ come un programma per computer che per funzionare deve essere installato. Il programmatore ha previsto che per l’attivazione è necessaria la partecipazione del  singolo essere umano, ma chi fornisce l’attivazione è Lui, lui solo, Dio. 
Invece, ogni giorno di più, Dio è il grande sconosciuto, tuttavia onnipresente. Senza Dio si lavora inutilmente a vivere una vita, che sia dignitosa e giusta. 
 
21 marzo 2010 
In questi giorni la Chiesa cattolica è sotto processo. Un motivo stuzzicante si trova sempre per farlo. Questa volta si tratta dei “preti pedofili”. 
Una ottantina di anni fa la parola “pedofilo” non l’ho mai sentita. Ma tra i ragazzi sentivo la parola “pederasta”.  Nella mia ingenuità, praticando ragazzi già corrotti, non capivo bene il senso di quella parola, così come non capivo bene il senso di un’altra bella espressione, molto usata dagli stessi ragazzi : ricchione.   
Pederasta era quel bieco individuo di una certa età, sempre in cerca di giovani ragazzi ai quali offrire le caramelle.  In paese tali individui erano segnati a dito e bisognava starne alla larga. Questo lo sapevano specialmente i ragazzi navigati. Ma c’erano anche di quelli che non lo sapevano. E questi erano le possibili prede del pederasta.  
La parola “ricchione” ancora oggi è usata per disprezzare meglio la categoria di quegli individui che ne fanno parte, gli omosessuali. Quelli cioè che sono attratti da esseri umani dello stesso sesso. Allora vivevano defilati, specialmente perché i fascisti rendevano loro la vita molto pericolosa. 
Gli omosessuali oggi  operano alla luce del giorno e rivendicano una loro identità. I pedofili occupano le pagine della stampa mondiale e i salotti di qualunque genere.  
I pedofili (o pederasti) provano una morbosa attrazione per i bambini.  Esecrabile!  Gli esseri umani adulti sono tutti concordi nell’intoccabilità dei bambini in nome dell’innocenza, che essi  adulti avevano e che non hanno più. Nello stesso Vangelo sono condannati alla macina al collo coloro che approfittano sessualmente dei “piccoli”.  
Pederasti, ricchioni, omosessuali, pedofili, hanno un denominatore comune, cioè il piacere derivante dall’uso del sesso, ma ottenuto in modo anormale. Perciò li definiamo anormali.  E tutti quelli che non appartegono a tali categorie, cosa sono, normali? Sono normali quelli che “si toccano”? Sono normali le prostitute e quelli che vanno con le prostitute? Sono normali i  transessuali e via dicendo?  A sentire certuni, perfino tra le caste pareti dove albergano unioni  benedette, il sesso viene praticato dai coniugi in un modo non sempre in linea con i precetti morali. E allora, se, come si diceva  al mio paese,  “il mondo degli esseri umani (e solo degli esseri umani) è tutto una “chiavica”, dopo ottantasei anni di permanenza tra i miei simili, è lecito che io mi domandi: chi è esente dalla “sporcizia” del sesso?  Un moralista medievale che probabilmente aveva riflettuto molto sulla faccenda, ebbe il coraggio di affermare con veemenza, per stigmatizzare la condizione umana,  che ognuno di noi nasce dall’immondizia del sesso. E allora? Perché scandalizzarsi tanto, se perfino un prete può rimanere invischiato in una fossa di sabbia mobile che incontra nel suo cammino difficile?  
Per rimanere nell’argomento, gli aspiranti preti cattolici  durante la loro preparazione sono protetti dalla situazione stessa in cui si trovano: il luogo, gl’insegnamenti, le pratiche religiose quotidiane. Ciò non significa che in loro non siano presenti tutte le condizioni in cui si trovano i coetanei che aspirano alla donna o ad altri percorsi. Quando si prostrano per essere ordinati preti, essi sono per la quasi totalità sinceri nell’assumere l’impegno del voto di castità o nel promettere di osservare la castità. Ma la vita è sì breve, ma anche abbastanza lunga, tanto da indurre o costringere o consentire agli esseri umani a subire la legge indiscutibile del cambiamento. Oggi non sono quello di ieri, domani non sarò quello di oggi. La Chiesa che li ha ordinati detta loro delle prescrizioni: meditazioni e preghiera. Ma la natura e gl’impegni, mondani o di natura pastorale nonché l’infiacchimento della volontà dovuta alla debolezza della carne, un po’ alla volta li fanno scivolare in una quotidianità in cui, come dire? non sono né carne né pesce. In una situazione in cui la carne è debole e lo spirito gli va appresso.  
Per concludere. Quando assisto in me e nel mondo dei miei simili agli inconvenienti derivanti dal sesso, io mi rivolgo a Dio e domando: Signore, è vero che il sesso è finalizzato alla procreazione, ma, sommessamente e con tutta l’umiltà che comporta la mia condizione di debole creatura tua, ti domando: Non si poteva fare diversamente? 
 
12 giugno 2010 
L'ennesima lite tra i politicanti (non dico politici, perché i veri politici vogliono il bene della collettività, mentre i politicanti guardano al loro interesse, anche a scapito della collettività). Si tratta delle intercettazioni. Da sempre le polizie e i giudici hanno avuto bisogno degli "spioni", perché il ladro sa a che ora viene, mentre il derubato ignora l'ora e il modo. Ma se uno spione avverte il derubato, costui prepara la difesa opportuna. Oggi gli spioni non si aggirano più per i luoghi affollati con le orecchie "appizzate", pronti a carpire e a riferire. Oggi gli spioni vagano nell'aria, come fantasmi, si muovono sull'immensa rete delle onde elettromagnetiche. E sulla medesima rete vanno a zonzo i sospiri degli innamorati come gl'intrallazzi dei delinquenti. E vabbè. Finché la cosa rimane sui supporti digitali, chi se ne frega... Ma la famelicità dei giornalisti è senza limiti e quella dei guardiani all'ascolto non scherza. Ormai le persone prudenti, se parlano al telefono con un familiare o un amico, si guardano bene dal fare confidenze. Ma la prudenza è un bene raro ed è così facile lasciarsi andare, specialmente quando il piacere che procura una confidenza fa dimenticare ogni riserbo. E' questo il momento in cui qualche guardiano  all'ascolto potrebbe trovare succulenta la notizia e comunicarla a chi di dovere o più convenientemente a un giornalista. Insomma lo sappiamo: siamo tutti spiati. Il governo vuole mettere un freno alla propalazione delle intercettazioni per evitare una limitazione alla libertà dei cittadini. Ma si sa che la mente dell'essere umano ha la struttura della doppia verità, è capace di sostenere tutto e il contrario di tutto. Infatti i detrattori, sempre e comunque, del governo gridano con forza il contrario: sostengono che le intercettazioni invece di limitare favoriscono la libertà dei cittadini,  cioè il blocco della propalazione delle intercettazioni impedisce la libertà di far conoscere a tutti i fatti di tutti. Insomma, per la tutela della libertà, bisogna ostacolare le intercettazioni o bisogna favorirle? Un bel guazzabuglio, vero? Ma sorge il dubbio che la libertà non c'entri per niente.Si tratta unicamente di interessi di varia, indecente umanità. 
 
20 giugno 2010 
Quel Saramago di cui si parlava il 31 gennaio scorso oggi è morto. Un grande scrittore, un grande poeta, insomma un grande:OOOH. Se ne è andato pure lui perché la Livella non guarda in faccia a nessuno. Ora restano i suoi scritti dove correranno ad abbeverarsi gli assetati di pensieri alati, con la gioia di editori, librai ed...eredi, per via dei diritti di autore. Ma per un inutile autore che muore, quanti inutili autori sorgeranno? 
 
25 ottobre 2010 
Alla luce di ciò che accade nel mio Paese, mi domando: ma gl'italiani, alle prossime elezioni, andranno a votare?. Voteranno sicuramente quelli del "tanto peggio, tanto meglio". Ci sarà ancora una "maggioranza silenziosa" di buoina memoria, costituita da individui non massificati, capaci di pensare con la propria testa? Al Liceo c'era il gruppo di ragazzi "anarchici" ai quali mi sforzavo di far capire che sostenere l'anarchia in una società organizzata è una contraddizione in termini. A distanza di anni mi sorge il dubbio che forse non avevano tanto torto. Davanti allo spettacolo indecente che ogni giorno i politicanti ci offrono, affiora una domanda: ma senza politici, la vita andrebbe avanti ugualmente, anzi meglio? Un esempio semplicistico: viaggiando in auto, in città o in autostrada, quanti vigili o poliziotti incontrate sul vostro percorso? Quasi nessuno. Eppure il traffico va. Pensate che senza politici, centrali o locali, il Paese si ferma? Non credo. E per molteplici ragioni che sarebbe troppo lungo esporre minuziosamente. Al punto di alfabetizzazione in cui si trovano le comunità organizzate, basta solamente una polizia efficiente.  
 
3 novembre 2010  
Il mio compleanno: ottantasei. Non mi sembrano nè pochi nè molti. Anzi non mi sembrerebbero proprio nulla se non fosse per il terreno attorno a me ricoperto dai corpi dei miei contemporanei, appartenenti a tutte le categorie, già caduti nell'adempimento del proprio dovere... di vivere. Mi giro e mi rigiro e mi dico: sto ancora qua? La domanda ha il suo senso. Infatti al "qua" corrisponde il "la". Dove è rivolto l'anelito della speranza fondata sulla promessa di Nostro Signore Gesù Cristo. Insomma ci siamo capiti. E se volgiamo lo sguardo sul "qua", dove la rappresentazione quotidiana è sempre più, non so se dire nauseante o comica, allora ci comprendiamo ancora meglio. Battisti nei Giardini di marzo cantava "il coraggio di vivere quello ancora non c'è". Questo succedeva allora. Figuriamoci se vivesse oggi. Tuttavia la vita va vissuta, perché è l'unica cosa bella e interessante che dà un senso alla nostra esistenza. Ringrazio Dio per ciò che sto dicendo e per la vita dolorosa e gioiosa che continua a donarmi. 
 
17 novembre 2010 
Davanti allo sconcio della contesa politica. Il Presidente della Repubblica si è rallegrato con i politicanti che hanno stabilito di approvare prima la finanziaria. Una tregua prima dello scontro, di comune accordo. Ma il Presidente ha subito aggiunto che si aspetta ancora una maggiore comunanza d'intenti per la salvezza del Paese. E' stato come dire: razza di vipere, vi conosco bene. I vostri accordi sono mendaci, secondo le buone regole stabilite ab initio nei comportamenti umani. Il Presidente fa il suo dovere, come d'altro canto lo fa il Papa. Ma "non c'è sordo peggiore di chi non vuol sentire". 
 
7 dicembre 2010 
Non c'è pace tra i presidenti. Il prresidente "abbronzato" degli USA deve ingoiare ogni giorno bocconi amari per un'opposizione mordace derivante dai potentati dell'economia ai quali non va giù che si tocchino i loro cospicui interessi. E così il "povero negro" si trova attaccato da un branco di lupi, che ringhiano con i denti allo scoperto e la bava alla bocca. 
Il presidente "donnaiolo" non si trova in migliori acque. Egli non è assediato da lupi, ma da iene. C'è una bella differenza . I lupi sono ricchi e ingordi. Le iene sono affamate e bramose di assicurarsi le fonti del potere e della ricchezza. Per capire qualcosa di sé e dell'Umanità, bisogna assistere allo spettacolo della politica, che, ovviamente, si annida in in ogni luogo, dico OGNI luogo, di potere. 
 
freccia ridottiss